martedì 25 giugno 2013

Cassonetto differenziato per il frutto dell'assessorato

L'avventura dell'assessore Marina Machì termina qui.
Di seguito due letterine, la prima è dell'amico Paolo Guzzanti, la seconda di Massimo Celani (nella scomoda veste di marito dell'assessore)


Cara Marina,
sono molto contento di leggerti e più ancora di vederti a settembre all'Aria Rossa con Giosi Mancini e alcuni malnati-malcapitati che condivisero con me la cayenna folle del Giornale di Calabria nel biennio 1973-75, cioè prima che mi chiamasse Scalfari alla nascitura Repubblica. Naturalmente ti seguo attraverso gli intensi e appassionati racconti di tuo padre e ho visto la foto della tua fantastica bimba. 
Hai fatto e stai facendo un gran lavoro e capisco quello che stai passando con la politica partitocratica quando prevale sulla politica per i cittadini.  (...)
Ho dato una scorsa ai tuoi link, molto belli e divertenti e didattici. L'idea di rieducare, o educare la Calabria è monumentale e assurda nella sua generosità, ma anche vittoriosa finché dura. Mi sembra che ti vogliano far fuori come elemento non omogeneo.
Bene, ora corro a portare a scuola i miei bambini piccoli (...)
Intanto un abbraccio e a prestissimo.
Paolo


Cara Marina,
il tuo vicino di casa, quando eri a Trieste, Claudio Magris, che ho leggiucchiato grazie a te, nel primo capitolo di "Microcosmi", ad un certo momento si mette a parlare del "Segreto" di Giorgio Voghera, ove "(...) celebra le virtù inutili di un universo impiegatizio, metodica precisione e assiduità dedicate al nulla, descrive il processo di antiselezione etica che porta inevitabilmente i peggiori sul ponte di comando della società e della storia, (...)”.

Situerei sullo stesso asse il commento di Enzo Gentile pervenuto su Facebook: “Che dire, se non che quando scegli di essere un assessore fuori dal comune, c'è sempre qualche idiota che ti prende alla lettera”. Enzo è capace di guizzi di superbo umorismo, e anche di qualche decostruzione in cui la letteralità annienta un metaforico abusato. Potrò forse astenermi da un inutile saggio sulla catacresi.

Che dici, si è fatta l'una: calo la pasta?
Massimo

lunedì 4 giugno 2012





senape vs ketchup

lunedì 26 marzo 2012

Rap differenziato




venerdì 13 gennaio 2012

E' arrivata la strina differenziata



gli assessori non hanno l'X-factor





special guest Rosa Martirano



l'assessore Machì ha studiato in Francia
(e si sente)





Strine (giusto per situare)

La città di Cosenza si prepara alla raccolta differenziata. In onda, per adesso, nella modalità porta-a-porta, nella frazione di Donnici, imprime da subito un’accelerazione in termini di informazione e di propagazione delle buone pratiche in materia di eco-sostenibilità. Alla comunicazione tradizionale con affissioni, depliant e spot radio-televisivi, andrà ad aggiungersi la sperimentazione di new media come i social network e i flashmob, cercando il coinvolgimento diretto dei dipendenti comunali (testimoni e alfieri delle buone pratiche), dei commercianti (sollecitati a “rompere le scatole”), dei cittadini tutti. Un’emblematica prefigurazione di questo più complesso media strategy è la “strina differenziata”, promossa da questo assessorato in collaborazione con il laboratorio di comunicazione sociale e marketing non convenzionale del corso di laurea in Comunicazione e Dams dell’Unical, che ha esplorato forme espressive e strumenti comunicativi centrati sull’umorismo, lontano dalle drammatizzazioni e dal fear arousing appeal.

Coinvolti in prima persona gli assessori dell’attuale giunta municipale, che hanno cantato e - perché no – stonato con il M° Fausto Castiglione, che ha improvvisato una versione per violoncello, e il M° Michele Pisciotta che ha curato gli arrangiamenti. Il tutto, s’intende, a titolo amichevole.

I brani sono stati registrati presso la Sound Factory Recording Studios di Cosenza.

Un grazie anche a Emanuele Filella per l’assolo di violino, Michele Gazzaruso che ha messo gli assessori nelle condizioni di cantare, a Michela e Rita che hanno rivisto gli sgangherati testi della strina, a Stefano Bruno, Pippo Gatto, Ercole Scorza, Giovanni Menniti e Alex Adriano.

Che dire poi di Rosa Martirano, che ci ha fatto dono di una commovente interpretazione della strina? “Questa è la mia città – ha affermato - e sono ben lieta di dare un piccolo contributo alla crescita del suo senso civico”.


Sulla differanza


"Nella lingua non ci sono termini positivi, ma solo differenze", scriveva Saussure.
E' dal rapporto sincronico tra i vari termini, nel loro gioco differenziale, che si genera l'identità di un significato (la lettera "t", ad esempio può essere scritta in mille modi diversi ma l'importante è che "non si confonda", cioè si differenzi dalle altre lettere).
La differenza, indica poi il movimento di "differimento" temporale (ritardo o anticipazione) che disloca continuamente l'origine in un altrove, in un luogo e in un tempo "altri".
Sono alcuni dei motivi per cui Jacques Derrida introdusse il concetto di differànce, un neologismo che servisse a focalizzare l’attenzione sul carattere dinamico della differenza, irriducibile condizione di possibilità della presenza, dell’identità. L’identità non è qualcosa di dato, si determina in relazione ad altro, nel differire da sé. Da qui in poi la differànce viene tradotta come differanza.
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